Negli ultimi 12 mesi il 37% delle famiglie italiane ha effettuato un intervento di ristrutturazione o di miglioramento dell’abitazione di residenza, ma la propensione a questi lavori per il prossimo anno si “raffredda” notevolmente e solo l’11% dichiara di voler investire in tali interventi, che subiranno anche incrementi di costi. È emerso dalla ricerca “Bonus fiscali e riqualificazione edilizia – La propensione delle famiglie italiane al rinnovamento e alla ristrutturazione della casa” curata da Nomisma e presentata in occasione dell’Assemblea Nazionale Angaisa (l’Associazione nazionale commerciali articoli idrosanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti ed arredobagno).
L’identikit della casa
Lo studio della società di consulenza è partito dall’identikit della casa in cui vivono gli italiani: 5 persone su 10 risiedono in un condominio con 5 o più unità immobiliari e 3 su 10 occupano una casa singola. Guardando alle dimensioni dell’appartamento, emerge che 1 su 2 vive in abitazioni tra i 70 e i 109 metri quadri. «Gli italiani sono prevalentemente insoddisfatti rispetto ai propri consumi energetici (6 su 10)», rileva la ricerca, spiegando che questa necessità di cambiamento è stata una delle motivazioni nella scelta di realizzare degli interventi di efficientamento. Al secondo posto nella classifica delle insoddisfazioni compaiono il verde e l’irrigazione (49%), la conservazione e la manutenzione generale dell’edificio (48%) e i rivestimenti (44%), mentre a Roma l’insoddisfazione raggiunge il 51 per cento.
Nelle grandi città, Roma e Milano in primis, la soddisfazione per quanto riguarda le camere occupate si fa più contenuta (64% versus 72 per cento). Dal sondaggio emerge, inoltre, come gli affittuari appaiano sempre maggiormente insoddisfatti rispetto ai proprietari. Le motivazioni degli interventi. Quasi 4 italiani su 10 (37%) negli ultimi 12 mesi hanno avviato interventi di miglioramento e o ristrutturazione di un’abitazione, sia essa principale o secondaria. Nel Nord Ovest è il 37% dei rispondenti a dichiarare di aver avviato i lavori; nel Nord Est il 36 per cento. Più alta la percentuale a livello italiano al Centro (40%) mentre al Sud i “sì” sono al 33 per cento.
Gli interventi di ristrutturazione o di miglioramento sono stati svolti prevalentemente all’interno di un’abitazione in un condominio con 5 o più unità immobiliare (54 per cento). A seguire, all’interno di una casa singola (39 per cento). Solo per l’8%, gli interventi hanno riguardato le parti comuni condominiali.
Dallo studio Nomisma è emerso come il 64% dei proprietari che hanno effettuato gli interventi si siano orientati su quelli di natura strutturale (quasi la metà, 49%, per il miglioramento termico dell’edificio e il 30% per le strutture opache della facciata o dei balconi). Il 62% ha eseguito interventi relativi a sanitari e rubinetteria; al terzo posto (61%) l'efficientamento energetico, in particolare la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (40%), di climatizzazione estiva (32%) e l'installazione di pannelli solari/impianti fotovoltaici (22%). Il 43% dei rispondenti ha indicato l’effettuazione di lavori relativi agli impianti di condizionamento.
La principale motivazione che ha spinto l’attivazione, da parte di proprietari e affittuari dei professionisti in campo edilizio e idrotermosanitario, è stata, per una persona su due, la volontà di migliorare il comfort abitativo, guidata in particolare dagli incentivi statali. Al secondo posto, la riduzione dei consumi energetici (48%), al terzo, la non rimandabilità degli interventi (36%) e in ultimo (30%) la volontà di sfruttare gli incentivi statali.
I costi medi e il peso degli incentivi
Per i soli interventi di efficientamento energetico il costo medio ammonta, secondo l’analisi, a circa 5.500 euro, che diventano 13.800 se si aggiungono anche gli interventi strutturali, miglioramento termico dell’edificio e rifacimento dei balconi e altre opere come il trattamento delle acque e i sistemi antincendio. Gli interventi su sanitari e rubinetteria presentano invece un investimento medio di 4.600 euro.