Oggi, infatti, è stata approvata all’unanimità dalla Commissione Industria del Senato una risoluzione con la quale si chiede al Governo che “i crediti di imposta incagliati nei cassetti fiscali delle imprese che hanno operato nell’ambito del Superbonus 110% siano sbloccati e la platea dei cessionari ampliata, prevedendo la possibilità per banche e società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di PMI, e valutando anche il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A.”.
La risoluzione, che recepisce le sollecitazioni di Confartigianato, impegna il Governo ad adottare, in tempi estremamente celeri, “ogni opportuna iniziativa, anche di carattere legislativo, volta a garantire le più ampie possibilità per le imprese del settore di operare nell’ambito degli interventi previsti dal Superbonus 110%”.
Confartigianato è da mesi impegnata a lottare affinché il superbonus 110% venga rimesso in condizioni di far lavorare la filiera edile. Lo scorso anno l’incentivo ha contribuito in maniera rilevante all’aumento del 6% del PIL e adesso, invece, si trova di fronte al blocco del mercato dei crediti di imposta. Tutto a causa dei numerosi interventi normativi che si sono susseguiti sulla disciplina della cessione del credito, che hanno comportato per le imprese di costruzioni notevoli difficoltà, con una gravissima crisi di liquidità che si ripercuote sull’intero sistema.
Le banche, non avendo la possibilità di cedere ulteriormente i crediti acquistati e avendo ormai esaurito la capienza per la compensazione annuale, hanno rifiutato ogni ulteriore acquisto bloccando di fatto il mercato o comunque stanno adottando politiche molto selettive.
Confartigianato, ieri, ha rappresentato di nuovo le proprie ragioni in Parlamento, inviando alla Commissione Finanze della Camera un documento nel quale sono indicate le azioni da mettere in campo per affrontare e trovare una rapida soluzione al problema, prevedendo, tra l’altro, anche un intervento straordinario da parte dello Stato. La situazione, infatti, sembra destinata a degenerare rapidamente in crisi sistemica, con ricadute pesanti in termini di tenuta del sistema finanziario oltre che assumere, sempre più, i contorni di un serio problema sociale: la platea dei soggetti coinvolti è infatti troppo alta e troppo alte sono le ricadute che possono determinarsi se le previsioni delle imprese dovessero avverarsi.
Il rischio evidenziato da Confartigianato è che possano crearsi situazioni limite in cui soggetti senza scrupoli compaiano sul mercato per offrire condizioni fortemente penalizzanti a quelle imprese con crediti incagliati e in condizione di difficoltà finanziaria e quindi esposte a indebite pressioni.